Quest’anno Dior spegne 70 candeline e Parigi, come per ogni compleanno che si rispetti, ha organizzato una meravigliosa festa, ricca di eventi per celebrare uno dei couturier più famosi al mondo. Lo spettacolo ha avuto inizio il 3 luglio, con la sfilata della collezione Christian Dior Haute Couture autunno-inverno 2017, realizzata da Maria Grazia Chiuri in omaggio al fondatore della maison. La location scelta per l’occasione, è stata il cortile della Dome des Invalide, sede del monumento funebre di Napoleone. A caratterizzare la collezione, evidenti rimandi allo stile che ha reso inconfondibile il marchio Dior nell’arco di questi 70 anni.
Il settantesimo compleanno di Dior non passa certo inosservato, soprattutto grazie alla mostra che la maisaon ha allestito per l’occasione al Musée des Artes décoratif. Mostra che oserei definire monumentale, nella quale vengono rievocati 70 anni di storia ed incanto attraverso 300 abiti che hanno reso lo stile Dior unico, facendo sognare intere generazioni. Non a caso la mostra curata da Florence Muller ha un titolo evocativo:” Christian Dior, couturier du reve”.
Se siete di passaggio a Parigi, non perdete l’occasione di visitare questa mostra, avrete tempo sino al 7 gennaio 2107, entrerete così in una dimensione incantata, dove l’allestimento che fa da cornice agli abiti, accentua la magia in cui il visitatore viene letteralmente immerso. Entrerete nella dimensione Dior, scoprendo un lato della maison e di monsieur Christian Dior che normalmente non è dato vedere.
La mostra apre le porte ed entra nell’atelier, svelando il processo creativo che porta alla realizzazione degli abiti, a partire dalle tavole, gli album, i bozzetti, per arrivare a quelle che in gergo vengono chiamate “le teline”, fase che precede la realizzazione definitiva dell’abito.
Il colpo d’occhio creato da questa sala in particolare lascia il visitatore a bocca aperta, in pochi sanno che per giungere al capo finito occorrono numerosi passaggi. La realizzazione dell’abito, dopo aver tagliato il cartamodello, avviene prima con una telina, l’abito verrà così indossato per la prima volta dalle modelle, e proprio sulla telina si apporteranno eventuali modifiche per poi passare alla confezione dell’abito definitivo.
Il percorso della mostra porta il visitatore a capire quanto la moda sia parte integrante dell’arte e come da quest’ultima venga costantemente ispirata. La moda è arte che si ispira a culture e popoli diversi, fonti preziosissime per chi crea l’alta moda.
Posso garantirvi che visitare questa mostra è davvero emozionante, un’occasione unica per poter ammirare 70 anni di storia di Haute Couture firmata Dior. Preparatevi a stropicciarvi gli occhi per assicurarvi che sia tutto vero perché gli abiti, gli accessori, le fotografie ed i gioielli esposti sono effettivamente da sogno. E’ difficile dire quali tra i 300 abiti presenti alla mostra siano i più belli, ogni modello, ogni abito ha una storia ed è divenuto icona di un’ epoca, a partire dagli abiti disegnati e realizzati da Monsieur Christian Dior in persona, quelli che hanno segnato l’avvento del “New Look”, portando la maison Dior sotto i riflettori del mondo dell’alta moda.
Affascinanti sono le numerose fotografie, testimonianza di stile e di momenti importanti che hanno reso Dior famoso in tutto il mondo. Immagini che molti hanno visto sulle copertine delle riviste di moda più importanti, da Vogue ad Harper Bazar, nelle pubblicità o sulle cartoline in bianco e nero perché Dior è stato ed è tuttora l’essenza della moda parigina in tutto il mondo.
La scenografia è un elemento importante all’interno della mostra, la scenografa Nathalie Crinière ha saputo creare un ambiente magico, dividendo il percorso in contesti rappresentativi dello stile Dior. Ha ricreato, attraverso gli spazi, le luci e tele di opere suggestive un mondo incantato, facendo risaltare la bellezza e l’inestimabile valore degli abiti.
Per chi non ama i colori accesi e le luci forti, rimarrà sorpreso visitando una sala dove le luci sono decisamente più soffuse, dove predominano luci al neon che fanno contrasto con il nero della scenografia ed il rosso degli abiti, disposti in modo quasi geometrico all’interno della sala. Inoltre la disposizione degli abiti, ha dovuto tenere conto della preziosità dei tessuti e dei materiali estremamente delicati, con i quali sono stati realizzati i capi, alcuni dei quali facilmente danneggiabili, per questo motivo la disposizione non a caso ha tenuto conto delle luci. Alcuni abiti, quelli realizzati con stoffe più delicate e soggette all’usura del tempo, sono stati esposti a luci meno forti, al contrario di altri più recenti, realizzati con materiali meno delicati, sono stati esposti a luci più forti.
All’interno della mostra non poteva mancare un riconoscimento agli stilisti che dopo la morte di Christian Dior si sono avvicendati, mantenendo inalterata l’essenza dello stile Dior negli anni, ispirandosi costantemente al suo fondatore, ai canoni di bellezza e stile dell’atelier. A partire da un giovanissimo Yves Saint Laurent, che inizialmente come allievo e poi come direttore della maison, ha continuato la tradizione di eleganza e raffinatezza propria della maison francese.
A seguire l’architetto della moda, come veniva soprannominato Gianfranco Ferré, per passare a John Galiano, eccentrico e teatrale, ho adorato ogni sua collezione. Raf Simons, le cui collezioni erano caratterizzate da linee pulite, quasi minimaliste, dando un effetto di grande eleganza e sobrietà, ed in ultimo in ordine cronologico l’italiana Maria Grazia Chiuri.
E’ indiscutibile e perfettamente riuscita la volontà della curatrice della mostra, Florence Muller, mostra da considerarsi un vero e proprio evento per la quantità di materiale esposto al pubblico, la volontà di sottolineare quanto Dior sia stato importante nella storia della moda. In particolare tra gli anni ’40 e ’50, riportando con il concetto di “New Look” la femminilità negli abiti, avvalendosi di pizzi, ricami e soprattutto con le indimenticabili e senza tempo gonne a corolla, trasformando le donne in preziosissimi fiori.
L’intero percorso della mostra è stato creato per far brillare gli occhi non solo alle fashion victim, ma a chiunque abbia deciso di entrare al Musée des Arts decoratif, lasciandosi guidare da abiti indimenticabili, oggetti, fotografie e documenti che danno l’idea di quanto sia importante la moda e quanto sia complesso ma allo stesso tempo entusiasmante il lavoro di coloro che hanno deciso di dedicare la loro vita a quest’arte.
Siamo giunti quasi alla fine della mostra ma le sorprese non sono ancora terminate, anzi, forse il meglio deve ancora venire. L’ultima sala ha veramente un che di onirico, credetemi se vi dico che ero emozionata e forse mi è scesa anche qualche lacrima nel vedere abiti meravigliosi, che prima d’ora avevo visto solo sulle copertine delle riviste di moda o nei servizi fotografici, indossati dalle stars del cinema e della musica. L’architettura della sala, i giochi di luci, la disposizione degli abiti, insomma non avrei mai voluto svegliarmi da quel sogno.
In qualche modo spero di avervi dato l’idea di quanto sia effettivamente monumentale ed imponente questa mostra, forse come non ce ne sono mai state prima d’ora. Non c’è dubbio che la maison Dior abbia fatto le cose in grande, ma d’altra parte siamo a Paris e la “grandeur” qui, si sa, è di casa!